L’Albero della Vita a Expo 2015. Il progetto.
L’Albero della Vita nasce dal disegno michelangiolesco della pavimentazione di […]
Il termine sostenibilità ha conosciuto in questi anni una diffusione velocissima, quotidianamente utilizzato, sfruttato, interpretato, sottostimato, si è via via arricchito di tali e tanti significati che sembra sempre più arduo tentarne una definizione completa ed esaustiva. Forse, pur semplificando, può essere utile paragonare tale concetto a quello di capacità di carico. Supponiamo di essere impegnati in una maratona di 5 giorni e che il nostro fisico sia allenato per percorrere massimo 30 chilometri al giorno. Se ne dovessimo percorrerne 40 o più al giorno saremmo oltre la nostra capacità di carico, oltre cioè la capacità che il nostro corpo ha di rigenerarsi e di essere pronto a ripercorrere altrettanti chilometri il giorno successivo. Inizialmente, forse, riusciremmo a recuperare, ma non potremmo sostenere a lungo un ritmo più veloce delle nostre capacità fisiche. Quindi 30 chilometri al giorno sarebbero per noi sostenibili oltre no. Se non ne tenessimo conto probabilmente qualcosa d’irreversibile potrebbe accaderci, quantomeno non riusciremmo a concludere la maratona.
Anche l’ambiente in cui viviamo, pur essendo dotato di numerose potenzialità che ne consentono la rigenerazione, ha una sua capacità di carico che, se superata, non permetterà recuperi e le conseguenze potrebbero causare trasformazioni irreversibili del pianeta.
Le origini del concetto di SOSTENIBILITÀ risalgono agli anni ’60, con le prime pubblicazioni sulla crisi ambientale e demografica e l’inizio del dibattito sul rapporto fra economia, ambiente e popolazione.
Trattata in occasione della prima conferenza ONU sull’ambiente negli anni ’70, in quella di Stoccolma del ’72, dalla Conferenza di Rio del ’92 ad oggi, la sostenibilità, ha assunto le dimensioni di un concetto associabile ad ogni attività produttiva dell’uomo in quanto “capacità di controllare la trasformazione degli agenti fisici e biologici in materiali ed oggetti, nell’ambito di un quadro complessivo ed unitario che è la terra”: in altre parole essa esprime il tentativo di governare il rapporto fra sviluppo e sfruttamento delle risorse.
La più diffusa definizione di sviluppo sostenibile è quella scaturita dalla World Commission on Environment and Development nel 1987, secondo la quale si definisce lo sviluppo come sostenibile se in grado di soddisfare “..i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro”.
Questo enunciato, prevalentemente di matrice ecologica, ha animato il dibattito internazionale, determinando numerosi approfondimenti e ulteriori sviluppi del concetto.
L’accostamento del termine SOSTENIBILE all’architettura è, da tempo, sintomatico di un nuovo concetto di abitare secondo il quale oltre all’implementazione del verde e all’impiego di soluzioni progettuali e impiantistiche ECOFRIENDLY, giocano un ruolo importante anche i materiali impiegati.
Un edificio che consumi poca energia ma che per la costruzione ne abbia richiesta un quantitativo elevato è una autentica contraddizione. Allo stesso tempo, l’impiego di materiali certificati e di fonti energetiche alternative non sempre sono sufficienti a garantire la sostenibilità di un progetto, infatti, un materiale certificato ma importato da un paese lontano, con limitata durata d’impiego deve essere valutato tenendo conto di questi due aspetti negativi.
Quindi stabilire l’attitudine di un materiale ad essere considerato ECOSOSTENIBILE significa considerarne il CICLO DI VITA nella sua interezza: dalla PRODUZIONE all’IMPIEGO al RIUSO o SMALTIMENTO, oltre le possibili ricadute che ciascuna di queste fasi determina sull’ambiente.
Per questo motivo, anche un materiale non rinnovabile come IL MARMO DI BOTTICINO PUÒ ESSERE CONSIDERATO SOSTENIBILE poiché risultato di un processo produttivo che richiede un limitato contenuto di apporto energetico (in quanto le lavorazioni vengono effettuate a kilometro zero), basse emissioni inquinanti, una durata in opera superiore a quella di materiali alternativi prodotti da fonti rinnovabili, l’assenza di emissioni nocive (in particolare nell’ambiente domestico) e, al momento dello smaltimento, la riciclabilità a basso costo compatibile con l’ambiente.
Dall’età romana il marmo Botticino Classico è:
• A Chilometro zero
Perché la vicinanza fra i luoghi di estrazione e di trasformazione riduce al minimo i costi e i fattori d’inquinamento dovuti al trasporto.
• Atossico
Perché non rilascia vapori, gas, esalazioni, fumi o polveri sottili all’interno degli ambienti domestici, non presenta residui di lavorazioni dopo la posa in opera e non favorisce la nascita muffe e microorganismi, batteri, funghi.
È antibatterico, antiallergico, igienico.
• Durevole
Perché, correttamente posato in opera, garantisce una durata illimitata; il suo ciclo di vita è superiore a quello di qualsiasi materiale da costruzione, per questo è anche economicamente vantaggioso.
• Eco-compatibile
Perché esiste in natura, non viene fabbricato né tanto meno creato in un laboratorio. Inoltre, la sua coltivazione è sottoposta a numerosi vincoli di natura ambientale fra cui il recupero dei siti attivi e di quelli dismessi.
• Ignifugo
Perché rientra nella classe di reazione al fuoco A1 dei materiali edili (UNI EN 13501-1) e, in caso di incendio, non propaga né alimenta fiamme e non emette in alcun modo sostanze nocive e/o dannose.
• Isolante
Perché possiede caratteristiche naturali in grado di conferire agli edifici significative capacità energetiche e notevoli prestazioni dal punto di vista termico e acustico.
• Riciclabile
Perché in caso di smaltimento per demolizioni o rimozioni può essere riutilizzabile all’infinito.
Come già affermato, architettura sostenibile non significa solo impiego di materiali locali e naturali o di tecnologie a favore del risparmio energetico (fotovoltaico, sistemi a basso tenore di emissioni), ma un controllo globale delle diverse fasi dell’intero ciclo edilizio: progettazione, costruzione, gestione, fino alla demolizione e al riciclo, attuabile solo creando un sistema di convenienze reciproche fra i diversi operatori coinvolti.
Il mondo delle costruzioni è fra i settori più coinvolti: attualmente gli edifici e il settore dell’edilizia sono responsabili del 39% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo, più del settore dei trasporti; inoltre secondo le stime O.N.U., nel 2050 oltre il 70% della popolazione del pianeta, sarà concentrata in grandi agglomerati urbani. Quest’ultimo dato basterebbe a giustificare la sempre crescente attenzione verso il Green Building, sigla identificativa di un nuovo approccio al costruire che ha come obiettivo progettazione, realizzazione e gestione dell’edificio in maniera sostenibile ed efficiente, certificabile da un ente terzo indipendente.
Anche all’interno di una valutazione più complessiva il marmo Botticino Classico in quanto pietra naturale è in grado di garantire un contributo significativo come è stato possibile verificare attraverso una analisi di alcune delle voci che consentono di ottenere la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), un protocollo di certificazione volontaria nato negli Stati Uniti nel 1993 su iniziativa dello U.S.G.B.C. (United States Green Building Council) che grazie alla sua riconoscibilità a livello mondiale è un ottimo banco di prova per valutare la vocazione green del marmo Botticino Classico.
Questo strumento di rating garantisce la certificazione volontaria di edifici “verdi” basandosi sull’analisi dell’intero processo di vita della costruzione e sull’attribuzione di crediti (punteggi) stabiliti per ciascuna delle sette aree tematiche identificate con le seguenti definizioni:
– sostenibilità del sito;
– gestione delle acque;
– energia ed atmosfera;
– materiali e risorse;
– qualità ambientale interna;
– innovazione nel processo di progettazione;
– Priorità Regionale.
Dalla somma dei crediti attribuiti per ciascuna di esse si ha il livello di certificazione finale, distinto in:
• certificazione Leed Platino
• certificazione Leed Oro
• certificazione Leed Argento
• certificazione Leed Base
Come risulta evidente lo standard interagisce sull’intero processo di costruzione o riqualificazione di un edificio, dalla progettazione al successivo mantenimento, inoltre l’intero edificio viene valutato anche per la posizione, l’accesso alle reti, l’usabilità e la sostenibilità rispetto alla gestione delle risorse o al comfort degli utenti.
Maggiore è l’attinenza alle prescrizioni, più alto sarà il punteggio ottenuto.
A livello normativo, l’Unione Europea, sensibile agli obiettivi del protocollo di Kyoto, punta a ridurre sempre di più le emissioni di gas serra. I nuovi target sono tarati sul 2030 e l’obiettivo è far crollare le emissioni del 40% (rispetto ai livelli del 1990). Ciò significa che negli anni a venire, le leggi, i progettisti e la committenza richiederanno, sia per la realizzazione di nuovi edifici, sia per ristrutturazioni dell’esistente, certificazioni di qualità e sostenibilità sempre più stringenti ed è giocoforza pensare che chi non riuscirà a produrle sarà fuori dal mercato.
Alla domanda il settore del lapideo aveva già risposto, anticipando i tempi, anni fa con le “LINEE GUIDA PER L’APPLICAZIONE DEI CREDITI LEED PER LE PIETRE ORNAMENTALI AUTENTICAMENTE NATURALI per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni”.
Da ciò emerge che le pietre naturali e ovviamente il marmo Botticino Classico rispondono in maniera soddisfacente alle richieste non solo per le caratteristiche fisico-meccaniche che le contraddistinguono, ma anche per requisiti poco conosciuti da progettisti, committenti, imprenditori. Attraverso le informazioni contenute nelle linee guida è possibile individuare, all’interno di ciascuna delle aree tematiche sopra citate, l’apporto che il marmo Botticino Classico può garantire per la formazione del punteggio complessivo.
Il contributo relativo alla sostenibilità del sito è dimostrabile, poiché il marmo Botticino Classico, impiegato nella realizzazione di pavimentazioni prive di sottofondi rigidi di supporto, favorisce lo sviluppo di bio-diversità; inoltre, posato con tecniche drenanti (ad esempio mediante giunti e sottofondi permeabili) è in grado di minimizzare o mitigare il deflusso superficiale delle acque meteoriche e favorire l’infiltrazione naturale delle acque di dilavamento.
Inoltre, il marmo Botticino Classico, impiegato nella realizzazione di coperture piane, nell’esecuzione di rivestimenti interni e esterni, grazie alla massa termica, contribuisce a ridurre, in maniera consistente, la quantità di energia utilizzata per il riscaldamento ed il raffrescamento dell’edificio, collaborando al soddisfacimento dei requisiti afferenti l’area tematica energia ed atmosfera.
Anche nell’ambito materiali e risorse, l’estrazione e lavorazione a chilometri zero, possono giocare un ruolo importante. Inoltre è stato evidenziato come, in caso di interventi di ristrutturazione, gli elementi in marmo pre-esistenti (paramenti esterni, rivestimenti, etc.), solidali con quelli portanti, se correttamente sollecitati, possano collaborare alle funzioni strutturali di questi ultimi e in città come Brescia ad esempio, dove il marmo Botticino Classico è presente praticamente in tutti gli edifici storici, ciò rappresenta un autentico valore aggiunto.
Quando rimossi, i manufatti in marmo Botticino Classico vengono sempre più spesso recuperati e reimpiegati, viceversa, tutti gli scarti ottenuti in fase di demolizione e di costruzione sono destinati alla produzione di ghiaie, originando materie prime/seconde in base alle specifiche norme d’impiego.
Infine, metodi di posa in opera con componenti per sigillatura e finitura basso emissivi, fanno dei manufatti in marmo Botticino Classico prodotti in grado soddisfare il parametro denominato qualità ambientale interna.
Oggi le moderne tecnologie di estrazione e processing quali taglio ad utensile diamantato, utilizzo di robot e macchine a controllo numerico, evoluti sistemi di consolidamento e trattamento di materiali e superfici, hanno notevolmente aumentato le potenzialità stereometriche del celebre marmo bresciano garantendo il raggiungimento di valutazioni soddisfacenti anche nell’area tematica innovazione nel processo di progettazione.
A ciò va aggiunto che il marmo Botticino Classico può essere realizzato sfruttando energia proveniente da fonti rinnovabili, può prevedere imballaggi riciclati o riciclabili e, naturalmente, presenta un ciclo di vita di durata senza pari.
Questa rilettura in chiave sostenibile del marmo Botticino Classico consente oggi di ridefinire i termini di questo litotipo che ormai è parte integrante della categoria dei cosiddetti SMART MATERIALS, in grado di essere compatto e trasparente, apparentemente pesante ma strutturalmente leggero; ornamento e componente strutturale.
Per questo è possibile affermare che nell’architettura contemporanea il marmo Botticino Classico è passato da materiale evocativo a materiale d’innovazione. Non a caso, in un saggio, l’architetto tedesco Thomas Herzog, indicava la pietra, soprattutto negli interventi di ristrutturazione e recupero, come uno dei pochi materiali da rivestimento in grado di proteggere in modo efficace la stratigrafia dell’isolamento termico, a questo proposito vale la pena ricordare che “…il 90% degli edifici in Europa non sta nel novero delle nuove costruzioni ma in quello delle esistenti”.
Ma ciò che nei prossimi anni potrà contribuire in maniera sempre crescente a rafforzarne il ruolo della pietra è l’indissolubile legame con i luoghi di provenienza, l’importanza della connotazione geografica che già nei nomi trova una sintesi: marmo Botticino Classico.
La garanzia di un’identità precisa, di un rapporto stretto con il territorio di escavazione e lavorazione, rappresentano un’occasione unica per guardare a questo materiale come a un antidoto contro il pericolo dell’omologazione e dell’impoverimento culturale. Poiché è ormai assodato che solo attraverso l’attività locale si possono correggere quelle distorsioni prodotte nell’architettura dal mercato globale: l’effetto star system determinato dall’attività di pochi grandi talenti che inseguendo le richieste dei mercati hanno realizzato architetture eccezionali… Collocabili ovunque.
L’alternativa, ora, è da ricercare nei prodotti in pietra naturale ideati per un mercato globale o internazionale ma realizzati in base ai saperi, alla cultura ed alle leggi locali.
Articolo a cura dell’Architetto Andrea Botti
1. Il rating (valutazione), è un metodo utilizzato per classificare in campo economico. N.d.r.
2. La definizione delle aree tematiche e dei relativi punteggi fa riferimento ai contenuti elaborati per la versione italiana del manuale LEED. N.d.r.
3. Documento predisposto dal Gruppo di Lavoro Settoriale: TASK FORCE PIETRA SOSTENIBILE, promosso e partecipato da: Confindustria Marmomacchine, Marmomacc – Veronafiere, Assomarmisti Lombardia, Centro Servizi Lapideo Vco, Centro Servizi Marmo – Videomarmoteca, Cet Servizi, Consorzio Marmisti Bresciani, Consorzio Marmisti di Chiampo, Distretto del Marmo e delle Pietre del Veneto, Distretto delle Pietre e del Porfido Trentino, POLITeca – Politecnico Di Milano – 2011
In collaborazione con: Habitech e Trentino Sviluppo.
4. T.Herzog, Glocal Stone, ed. Arsenale,2011, (Vr)
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